Federmeccanica presenta la 137° Indagine Congiunturale

Il 2015 è stato caratterizzato da andamenti divergenti

Produzione metalmeccanica cresciuta del 2,6% rispetto all’anno precedente grazie al comparto degli autoveicoli che ha segnato un +27,8% rispetto al 2014.
Export 2015 a + 4,3% ma in rallentamento nel corso dell’anno.

Roma, 4 marzo 2016 – Si è svolta oggi a Roma, presso l’Hotel Nazionale, la tradizionale presentazione dei risultati dell’Indagine congiunturale di Federmeccanica sull’Industria Metalmeccanica, giunta alla sua 137ª edizione.

I dati relativi all’andamento del comparto metalmeccanico nel quarto trimestre 2015, presentati da Angelo Megaro, Direttore del Centro studi di Federmeccanica, evidenziano come l’attività produttiva dell’industria metalmeccanica sia stata caratterizzata da andamenti divergenti. A dinamiche espansive osservate nella prima metà dell’anno, si sono contrapposti andamenti moderatamente recessivi nella seconda metà. In particolare nel terzo trimestre, i volumi di produzione si sono contratti dello 0,3% rispetto al secondo cui ha fatto seguito una nuova flessione congiunturale (-0,2%) nel quarto.

Grazie ai buoni risultati del primo semestre, la produzione metalmeccanica è cresciuta mediamente del 2,6% rispetto all’anno precedente ma l’incremento osservato è quasi esclusivamente imputabile al comparto degli autoveicoli che ha segnato un progresso del 27,8% rispetto al 2014.
Sono risultati ancora in recessione il comparto metallurgico (-2,1%) e quello dei prodotti in metallo (-3,0%) mentre le produzioni relative alla meccanica strumentale, aumentate mediamente nel 2015 dell’1,0%, hanno nuovamente mostrato variazioni negative nell’ultima parte dell’anno a causa di una riduzione della domanda di beni d’investimento in macchine e attrezzature intervenuta a partire dal terzo trimestre.

«Il peggioramento osservato nel nostro Paese – ha spiegato Alberto Dal Poz, Vicepresidente di Federmeccanica - trova conferma nell’evoluzione congiunturale dei paesi UE e in particolare della Germania che nell’ultimo trimestre del 2015 ha registrato una contrazione dell’1,3% sia rispetto al corrispondente trimestre dell’anno passato, sia rispetto al precedente trimestre».

Per quanto riguarda le dinamiche esportative di prodotti metalmeccanici, il 2015 si è chiuso con valori di fatturato indirizzato ai mercati esteri pari a circa 200 miliardi di euro e un attivo della bilancia commerciale metalmeccanica di 56 miliardi.
Mediamente il nostro export è cresciuto nel 2015 del 4,3% ma con un costante rallentamento in corso d’anno: si è passati, infatti, da una crescita dei valori tendenziali pari al +5,8% nel primo trimestre al +2,5% del quarto. A tali risultati medi ha contribuito il forte incremento dei flussi indirizzati verso gli Stati Uniti (+21,8%) mentre è proseguita la contrazione di quelli destinati alla Russia (-24,0%).

«Il 2015 si è chiuso per il nostro Paese con una crescita del Prodotto Interno Lordo pari allo 0,8%» – ha aggiunto il Vicepresidente Dal Poz - «Un risultato positivo se confrontato con gli andamenti degli ultimi anni (2012-2014), ma inferiore rispetto alle previsioni che ancora si facevano a ridosso dell’estate (circa l’1%). La differenza tra previsioni e dati di consuntivo trova spiegazione nel significativo peggioramento intervenuto nella seconda metà del 2015, anche per effetto delle turbolenze finanziarie partite dalla Cina e dal Sud Est Asiatico e propagatesi sui mercati finanziari dell’Occidente».

In riferimento alle dinamiche retributive, nel corso del 2015 le retribuzioni contrattuali dei lavoratori metalmeccanici sono cresciute del 2,7%, le retribuzioni di fatto, nelle grandi imprese, sono aumentate del 2,4% a fronte di una dinamica del costo vita pari al -0,1%.

«E’ necessario– ha commentato Stefano Franchi, Direttore Generale di Federmeccanica - fare i conti con la realtà e trovare soluzioni di responsabilità. Con la grande crisi economica abbiamo perso il 30% della produzione industriale, il 25% della capacità produttiva, abbiamo perso 300mila posti di lavoro. E questo ci porta a dire che dobbiamo affrontare una fase di rinnovamento culturale in grado di creare le basi per una “riscostruzione”.
Dire che la ricchezza deve essere distribuita solo se viene prodotta è prima di tutto un’affermazione logica: salario minimo di garanzia, retribuzione legata alla produttività, welfare e formazione, sono i cardini su cui intervenire».

Relativamente all’utilizzo del fattore lavoro, a fronte di un minore utilizzo dell’Istituto della Cassa Integrazione Guadagni è proseguita, nelle imprese con più di 500 addetti, la contrazione dei livelli occupazionali che, nei primi undici mesi del 2015, sono diminuiti del 2,6% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente.

«Rimaniamo molto cauti in merito alle previsioni sugli andamenti del 2016» - conclude il Direttore Franchi - «I risultati della 137° indagine congiunturale che Federmeccanica conduce presso un campione di imprese associate confermano, nella rilevazione di gennaio, la sostanziale debolezza della congiuntura già emersa nella scorsa indagine. Nel quarto trimestre del 2015, infatti, l’attività produttiva metalmeccanica non ha registrato variazioni di rilievo rispetto al trimestre precedente; sempre nell’ultimo trimestre dell’anno, risultano inoltre in peggioramento i giudizi che le imprese esprimono sui volumi di produzione realizzati».

Le attese produttive relative al primo trimestre dell’anno in corso non evidenziano significativi mutamenti dall’attuale quadro congiunturale, in presenza di un portafoglio ordini sostanzialmente stabile ma valutato negativamente da un numero crescente di imprese rispetto a quello della precedente rilevazione. Per i prossimi sei mesi, i livelli occupazionali sono attesi sostanzialmente stabili.