Stampa questa pagina

Federmeccanica presenta la 139° Indagine Congiunturale

  • dimensione font

Secondo trimestre 2016 in flessione dell’1,2% rispetto ai primi tre mesi dell’anno

Giudizio negativo delle imprese, le cui attese sono improntate ad una sostanziale stagnazione dell’attività

 

Il peggioramento ha interessato in modo diffuso quasi tutte le attività del settore e non si intravede, nelle previsioni a breve, una positiva evoluzione della congiuntura.

 

Roma, 23 settembre 2016 – Si è svolta oggi a Roma, presso l’Hotel Nazionale, la presentazione dei risultati dell’Indagine congiunturale di Federmeccanica sull’Industria Metalmeccanica, giunta alla sua 139ª edizione.

I dati relativi all’andamento del comparto metalmeccanico, presentati da Angelo Megaro, Direttore del Centro studi di Federmeccanica, evidenziano come nel secondo trimestre dell’anno in corso l’attività produttiva metalmeccanica ha registrato una flessione media dell’1,2% rispetto al trimestre precedente ed i volumi realizzati risultano ancora inferiori del 28,7% rispetto al periodo pre-recessivo (primo trimestre 2008).

Il peggioramento osservato ha interessato in modo diffuso quasi tutte le attività in cui si articola il settore: la produzione di metalli e prodotti in metallo è diminuita dello 0,9%, quella di macchine elettriche dell’1%, la produzione di macchine ed apparecchi (meccanica strumentale) del 2,1%.

La costruzione di mezzi di trasporto, che aveva sostenuto l’attività produttiva, non solo metalmeccanica, nel corso di tutto il 2015, risulta anch’essa diminuita dell’1% dopo il -0,5% del primo trimestre.

«I risultati di questa indagine trimestrale -  ha commentato Alberto Dal Poz, Vicepresidente di Federmeccanica – sono amari ma, purtroppo, ampiamente attesi. Sui livelli di produzione metalmeccanici pesano infatti la stagnazione della domanda interna per beni di consumo (evidenziata dall’ISTAT nel secondo trimestre del 2016) e la flessione degli investimenti in macchine ed attrezzature insieme ad un drastico rallentamento dell’interscambio».

Nei primi sei mesi del 2016, le esportazioni metalmeccaniche, pari ad oltre 100 miliardi di euro, sono cresciute solo dello 0,7% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente.

Anche per quanto concerne il fattore lavoro, nei primi sei mesi dell’anno in corso l’occupazione nelle imprese metalmeccaniche con oltre 500 addetti è diminuita, in termini tendenziali, dello 0,6%, mentre risulta aumentato il ricorso all’istituto della Cassa Integrazione Guadagni che, rispetto al primo semestre del 2015, è mediamente cresciuto dell’11,1%, in presenza di una impennata delle ore di CIG straordinaria (+32,3%).

«Non siamo ancora fuori dal tunnel - dichiara Stefano Franchi, Direttore Generale di Federmeccanica - come emerge chiaramente dall’indagine periodica che Federmeccanica conduce presso un campione di imprese associate, e non si intravede nelle previsioni a breve alcuna positiva evoluzione della congiuntura. La produzione metalmeccanica dal 2007 ad oggi è diminuita di circa il 30% e sono stati cancellati 280.000 posti di lavoro. Niente sarà più come prima, dobbiamo prenderne atto».

«Il sentiment delle imprese – conclude Dal Pozè quello di vedere nel prossimo futuro una sostanziale stagnazione: gli ordini non crescono e circa un terzo delle imprese li valuta oggi insufficienti a garantire il normale svolgimento della propria attività produttiva. La parola d’ordine è quindi “tornare a crescere, a creare ricchezza” e farlo nel più breve tempo possibile. Non potendo contare su una solida ripresa economica, occorre agire su altri fattori che non penalizzino né le imprese né il lavoro. Le proposte di Federmeccanica si muovono esattamente in questa direzione, privilegiando la contrattazione di secondo livello e lo stretto legame tra salario e produttività. Siamo fiduciosi che anche le parti sindacali, di fronte a questo scenario, siano responsabili e consapevoli di dover fare la propria parte. Serve una collaborazione per la competitività, come l’ha definita il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia».