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Federmeccanica presenta la 142° Indagine Congiunturale

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Primo trimestre 2017 si consolida la moderata fase espansiva (+3,8%)

L’export cresce mediamente dell’8,9% rispetto all’analogo periodo 2016
 

Nel 2016 i livelli occupazionali sono cresciuti di 18.200 unità  rispetto all’anno precedente

In termini di volume la produzione metalmeccanica è  cresciuta nel primo trimestre del 2017 del 3,8% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente grazie ai buoni risultati ottenuti nella produzione di Autoveicoli (+9,7%) nella fabbricazione di Prodotti in metallo (+6,4%) e nella produzione di Macchine e materiale meccanico (+2,2%).

Nel primo trimestre dell’anno il miglioramento osservato è stato favorito da un significativo incremento del fatturato metalmeccanico esportato che è cresciuto mediamente dell’8,9% rispetto all’analogo periodo del 2016.

Con riferimento al fattore lavoro nei primi tre mesi del 2017 le ore autorizzate per cassa integrazione guadagni sono state pari a poco più di 42 milioni segnando una flessione del 53,3% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente grazie soprattutto al minor utilizzo della cig straordinaria (-61,8%). La dinamica occupazionale nella grande industria metalmeccanica registra nei primi tre mesi del 2017 una sostanziale stabilità.

«Le recenti dichiarazioni del presidente della Bce Mario Draghi - ha commentato Alberto Dal Poz, Vicepresidente di Federmeccanica – in merito ad una ripresa più solida dell’economia nell’Eurozona sono confortanti ma non sufficienti a farci abbassare la guardia. Proprio per capitalizzare quanto ottenuto fin qui è necessario aumentare la produttività che pur con livelli di produzione in crescita nel corso del 2016 è diminuita nel settore metalmeccanico dello 0,1%».

«Sulla base dei dati rilevati - ha dichiarato Stefano Franchi, Direttore Generale di Federmeccanica - il sentiment degli imprenditori è quello di un cauto ottimismo, che vede il miglioramento in atto proseguire anche nel secondo trimestre. Si tratta di dati congiunturali positivi che si inseriscono in uno scenario strutturale ancora difficile. Pesano tantissimo i macigni della crisi che ci stavano facendo affondare. Quel -27% di produzione industriale e i 260.000 posti di lavoro persi non possono essere dimenticati. Ancora oggi molte aziende e molti lavoratori sono in una situazione di seria difficoltà. Dobbiamo quindi continuare a lavorare per mettere tutte le nostre aziende nelle condizioni di tornare a crescere. Ognuno deve fare la sua parte. Noi faremo la nostra».