Federmeccanica presenta la 160° Indagine Congiunturale

Nel terzo trimestre 2021 la produzione metalmeccanica continua a crescere,

seppur ad un ritmo più moderato: +0,7% rispetto al trimestre precedente.

 

Superati del 2,5% i livelli pre-Covid, grazie alla ripresa della domanda interna e dell’export.

 

Rimangono criticità legate all’aumento dei costi di produzione, alla difficoltà di

reperire materie prime e alla carenza di semiconduttori.

 

Roma, 16 dicembre 2021 – Sono stati presentati oggi i risultati dell’Indagine congiunturale di Federmeccanica sull’Industria Metalmeccanica, giunta alla sua 160ª edizione.

Prosegue, anche nella seconda metà dell’anno in corso, la fase espansiva iniziata a partire dal mese di giugno del 2020, seppur in presenza di ritmi di crescita più contenuti rispetto a quanto registrato nei primi sei mesi.

Nel terzo trimestre del 2021, infatti, l’attività metalmeccanica ha evidenziato una crescita dello 0,7% rispetto al trimestre precedente dopo il +1,5% del primo e l’1,3% del secondo.

I volumi di produzione nel terzo trimestre risultano, inoltre, superiori di circa 2,5 punti percentuali rispetto al periodo pre-pandemico (gennaio-febbraio 2020).

Complessivamente, nel periodo gennaio-settembre 2021, i volumi di produzione metalmeccanica sono cresciuti del 21,8% nel confronto con l’analogo periodo dell’anno precedente, rispetto al +14,5% dell’intero comparto industriale, recuperando quasi integralmente quanto prodotto nello stesso periodo del 2019 ( -0,2%).

Il miglioramento in atto sta interessando diffusamente tutte le attività dell’aggregato con tassi di crescita superiori al 20% per la Metallurgia, i Prodotti in metallo, le Macchine e gli apparecchi elettrici; di poco inferiori al 20% per le produzioni di Macchine e apparecchi meccanici, mentre più contenuta è la crescita per gli Altri mezzi di trasporto (+5,1%). In particolare, il comparto Autoveicoli e rimorchi è cresciuto mediamente del 35%, ma nei mesi più recenti si osservano cali connessi alla mancanza di parti essenziali per la produzione, dovute alla carenza di semiconduttori.

Anche nel terzo trimestre sono confermate le difficoltà di approvvigionamento delle materie prime ed il continuo incremento dei loro prezzi. Il 91% delle imprese partecipanti all’indagine ha registrato ulteriori rincari, il 72% ha dichiarato difficoltà di approvvigionamento, mentre il 26% corre il rischio di dover interrompere l’attività produttiva. Tutto ciò ha determinato una forte crescita dei prezzi alla produzione: a settembre 2021 abbiamo rilevato un incremento dell’11,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

«Materie prime, energia, chip, trasporti continuano ad essere un problema molto serio e che non vede schiarite – ha commentato Diego Andreis, Vicepresidente Federmeccanica – e che sta frenando la ripresa. E’ una situazione critica per l’intero Sistema considerando che tutte le aziende che abbiamo interpellato, senza eccezioni,  segnalano, oltre ad un incremento dei costi delle materie prime, difficoltà di reperimento delle stesse che sta causando fermi produttivi nelle filiere e l’automotive nell’ultimo trimestre ne è un evidente esempioSiamo dentro una situazione paradossale: abbiamo ordini ma non riusciamo ad evaderli secondo le richieste. Tutto questo si riflette su un incremento dei costi di produzione delle imprese che incideranno negativamente sulla loro marginalità e quindi sulla loro competitività e capacità di investimento. Da questo punto di vista, il 2022 si prospetta ancora più difficile del 2021 dove le imprese, almeno nella prima parte dell’anno, hanno in parte potuto contare su scorte. Non possiamo permettercelo. E’ necessario intraprendere tutte le azioni necessarie ad ogni livello, da quello nazionale a quello europeo, per calmierare questa situazione iper-inflattiva che rischia di essere disastrosa»

A settembre 2021 i volumi di produzione dei principali Paesi europei (Francia, Germania e Spagna) risultano ancora inferiori di circa 10 punti percentuali rispetto al periodo pre-pandemico, mentre nel nostro Paese sono superiori di circa il 2%. Questi risultati sono conseguenza soprattutto della ripresa della domanda interna, a cui si unisce la crescita degli scambi internazionali, che hanno avuto un impatto positivo sulle esportazioni italiane.

Nei primi nove mesi del 2021 le esportazioni metalmeccaniche sono cresciute del 24,1%, superando in tal modo il livello rilevato per l’intera economia (20,1%), mentre le importazioni del 29%. Nel confronto con l’analogo periodo del 2019, l’export metalmeccanico è superiore del 7,2%.

In linea con il miglioramento dell’attività produttiva, si registra un forte calo del ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni e un’inversione delle tendenze moderatamente negative delle dinamiche occupazionali osservate nel 2020. Nel mese di settembre 2021, infatti, l’occupazione nelle grandi imprese metalmeccaniche è cresciuta dell’1% rispetto a dicembre 2020.

Le prospettive a breve, secondo quanto registrato da questa 160° Indagine Congiunturale condotta presso un campione di imprese metalmeccaniche associate, indicano che anche nell’ultimo trimestre dell’anno in corso dovrebbe proseguire la fase espansiva dell’attività produttiva metalmeccanica, seppur ad un ritmo più contenuto:

  • Il 39% delle imprese intervistate dichiara infatti un portafoglio ordini in miglioramento;
  • il 37% prevede incrementi di produzione; 
  • il 28% ritiene di dover aumentare i livelli occupazionali nei prossimi mesi, al contrario di un 10% che prevede un loro ridimensionamento.

 

«Alle difficoltà legate ai costi e alla carenza delle materie prime – ha dichiarato Stefano Franchi, Direttore Generale Federmeccanica - si aggiunge quella del reperimento dei profili professionali che servono alle imprese. E’ un altro paradosso: c’è il lavoro ma non si trovano i lavoratori con le competenze necessarie e non solo quelle legate alle nuove tecnologie ma anche quelle tradizionali. Noi insieme al sindacato abbiamo fatto la nostra parte con il Contratto del 2021 che ha dato ancor più spinta alla formazione continua grazie a servizi messi a disposizione delle imprese con Metapprendo ed al percorso di alfabetizzazione digitale per tutti i metalmeccanici con DigitalMec. Tutto l’ecosistema dell’apprendimento deve però fare un salto di qualità. Attendiamo la riforma degli ITS ed interventi qualificanti sull’alternanza scuola lavoro ad esempio. Solo grazie ad un’operazione a 360° si potrà risolvere l’annoso problema del mismatch e creare opportunità per le imprese e le persone».